Rivista di Vita Spirituale 79 (2/2025)
Anno di stampa: 2025Numero pagine: 128
Autore: AA.VV.
ISBN: 979-12-5452-079-6
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LAMPADA AI MIEI PASSI
STUDIO E VITA
L’epopea dell’artificiale e la tensione tra intelligenze
Alessia Brombin
Lo scritto indaga sul rapporto tra l’intelligenza artificiale e l’intelligenza spirituale alla luce della Nota “Antiqua et Nova” (28 gennaio 2025). L’analisi si struttura su due linee di sviluppo: le criticità dell’AI e del magistero cattolico.
Il testo presenta alcune delle sfide etiche poste da quest’intelligenza, concentrandosi sulla questione della trasparenza algoritmica e i rischi che possono coinvolgere la vita di ogni essere umano. La seconda parte illustra succintamente il documento del magistero concentrandosi sul rapporto tra tecnologia e spiritualità. L’intelligenza spirituale è un complemento essenziale all’AI, caratterizzandosi per la sua capacità di trascendere i limiti del conoscibile e aprirsi alla dimensione trascendente.
Elogio della fiaba
Emanuela Ghini, ocd
L’Autrice si addentra nelle profondità e ricchezze della fiaba, cominciando con l’esplorare i requisiti fondamentali affinché si possa afferrare il vero volto della fiaba. Sempre al di là di tempi e spazi definiti, la fiaba è luogo di incontro di tradizioni, di mondi diversi e lontani, ma è ancor di più lo spazio dell’autentica lettura di se stessi. Lo specchio della fiaba, variamente intessuto di poesia, etica, teologia, restituisce all’uomo l’uomo, nutrito, riorientato, reindirizzato nelle vie che serbano il senso del vivere. “La fiaba è ancora possibile oggi?” è la domanda finale dell’Autrice. Il testo che interpella direttamente il lettore, lascia trasparire un coraggioso “sì” nell’assunzione che la fiaba è educazione autentica, dono d’amore, via alla “lieta notizia”.
CARMELO VIVO
Teresa pellegrina di speranza
Iacopo Iadarola, ocd
«Pellegrini di speranza» per il Giubileo 2025, facciamoci accompagnare da colei che è stata riconosciuta maestra non soltanto di preghiera, ma anche di speranza: Teresa d’Avila. In due “puntate” seguiremo i passi del suo pellegrinaggio di speranza, assaporando la sua maturazione da una speranza semplicemente teologale a una speranza più concretamente cristologale, ovvero ancorata non a un paradiso qualsiasi ma a Cristo, e a Cristo amato come sposo. In questa prima parte del nostro saggio misureremo anche le ripercussioni esistenziali di una siffatta speranza, tanto nelle relazioni affettive come nel paziente passaggio da una speranza slanciata verso la parusia a una speranza incarnata nella diaconia.
«La tua parola è la gioia e la letizia del mio cuore»
Santa Teresa di Lisieux e la Parola di Dio
Richard Francis D'Souza, ocd
L’articolo esplora il legame profondo tra Santa Teresa di Lisieux e la Parola di Dio, evidenziando come la Bibbia sia stato il fondamento della sua vita spirituale e della sua dottrina. Teresa, pur non avendo accesso completo alla Bibbia, ha interiorizzato e citato numerosi testi biblici, trovando nella Parola di Dio guida, consolazione e ispirazione per la sua “piccola via” dell’infanzia spirituale. Attraverso la meditazione e la preghiera, ha sviluppato una conoscenza profonda della Bibbia, che ha segnato la sua vocazione alla scienza dell’amore. Inoltre, l’articolo evidenzia come Teresa abbia vissuto la Parola di Dio nella preghiera, nella liturgia e nelle prove della vita, facendone il fondamento della sua santità e un faro per i cristiani di oggi.
Giovanni della Croce: artigiano della Speranza
Davide Bianchino, ocd
L’Autore ricorda un altro punto di osservazione della persona e dell’opera di san Giovanni della Croce, artigiano della materia e dello spirito, applicandolo alla virtù della speranza e alla relativa purificazione della memoria. Esempi di quella rinuncia al possesso, di situazioni di vuoto, vengono reperite nella storia biblica (Abramo, Cantico dei Cantici) e letteraria (Ulisse, Virginia Woolf).
VITA DELLA CHIESA
Nicea, il concilio e la posta in gioco
Giorgio Maschio
Ricorrono 1700 anni dal Concilio di Nicea (325) che viene considerato non solo il primo concilio ecumenico in ordine di tempo, ma anche quello che ha formulato le verità di fede nel modo ancor oggi professato dalla Chiesa nel Credo. I vescovi presenti furono poi sempre chiamati “i Padri”, in quanto seppero custodire la retta fede apostolica, difendendola dall’eresia ariana che negava la divinità del Figlio e faceva di lui una creatura e come tale di diversa natura dal Padre. Questo contributo intende ripercorrere il difficile svolgimento delle discussioni tenute al concilio, valutare il ruolo del potere politico nelle sue decisioni, mettere in luce le acquisizioni sempre valide sul piano della metodologia teologica.
Tommaso d’Aquino
La santità dell’intelligenza
Marco Paolinelli, ocd
La santità di Tommaso è la santità dell’uso dell’intelligenza al servizio della Verità e sotto la guida dello Spirito. In questo, nessun disprezzo delle facoltà naturali e dell’impegno umano; al contrario, invito a un impegno di ascesi affinché, grazie a un distacco da sé, possa regnare l’oggetto e non il soggetto, e grande fiducia nella ragione umana, ben al di là della concezione ristretta di una diffusa mentalità contemporanea. Partecipazione al Logos divino, di cui gode ogni uomo, la ragione non solo è strumento atto a instaurare un dialogo tra tradizioni e culture diverse, ma dell’uomo, di ogni uomo, essa costituisce la natura, come apertura all’Infinità del Vero e del Bene. Capace di arrivare a una qualche conoscenza sia pur limitata delle cose divine, essa raggiunge il suo più alto vertice quando riconosce al di sopra di sé il mistero, a cui essa stessa anela.
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