La tradizione eliana alle origini del Carmelo
Rivista di Vita Spirituale 65 (2011/1:5-13)Autore: Roberto Fornara
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Editoriale
Dietro le difficoltà imposte dal Concilio Lateranense IV (1215) e dal secondo Concilio di Lione (1274), i Carmelitani avviarono una seria riflessione sulle proprie origini. Di fronte all’assenza della figura di un fondatore storico e certo, ripiegarono sul mito di Elia fondatore. E nei secoli successivi tale opera venne definita nei minimi particolari, al punto che tutte le opere storiche del XVII secolo partono inevitabilmente da Elia e nel 1727 la nicchia vuota del fondatore dell’Ordine nella Basilica di san Pietro in Vaticano viene riempita collocando una statua di Elia profeta. Secondo lo storico Silvano Giordano, «la tradizione eliana elaborata dai Carmelitani mostra (…) una logica interna coerente: sorta per la necessità di giustificare un’esistenza, sottolinea con forza i suoi legami con la tradizione monastica precedente attraverso il criterio della successione ininterrotta, fino a risalire a colui che tutti ritenevano il comune capostipite: Elia, il profeta di fuoco». L’editoriale analizza brevemente i principali criteri ispiratori della figura biblica del profeta e alcuni possibili punti di contatto con la tradizione ebraica e musulmana.