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La logica paradossale di Dio

Rivista di Vita Spirituale 64 (2010/6:591-603)
Autore: Roberto Fornara

Editoriale

San Giovanni della Croce ha sistematizzato intorno al simbolo della “notte” l’esperienza mistica della purificazione e dell’unione con Dio, facendo convergere sentire comune, rivelazione biblica ed esperienza personale. La notte è anzitutto il momento del silenzio e del riposo: invita a lasciare le redini della propria vita per lasciar fare a Dio. La notte è percepita anche come momento di oscurità totale: nella vita spirituale giunge il momento in cui non si comprende più il modo di agire di Dio, perché egli sembra sconvolgere ogni logica. Nel Nuovo Testamento, le notti trascorse da Gesù sul monte in preghiera fanno da contraltare positivo alle “notti” dei discepoli, la cui fede deve essere costantemente rimessa in discussione, e per i quali la luce abbagliante del Tabor rappresenta semplicemente un momento di una quotidianità decisamente più opaca, che passa attraverso l’esperienza incomprensibile del Getsemani e del Calvario. A questo sfondo generico si aggiunga l’esperienza intima e personale dello stesso santo, in momenti particolari quali il carcere di Toledo e l’incomprensione da parte dei suoi stessi confratelli. Fu questa la chiave di lettura che gli permise di interpretare in chiave unitaria anche i dati dell’esperienza comune e della rivelazione biblica e patristica.