Esperienza di Dio e compimento della sua volontà
Rivista di Vita Spirituale 65 (2011/4-5:525-538)Autore: Arnaldo Pigna
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Dio è un mistero che ci penetra e ci avvolge. Il sentimento religioso che si registra nell’esperienza di tutti i popoli è la dimostrazione che c’è un qualcosa di insopprimibile che a Lui ci lega. Un legame, però, che rimane misterioso e che non si riesce a definire. Si può arrivare perfino
a rimuoverlo dalla coscienza personale e credere che non ci sia. Quanto alla religione cristiana, essa comincia ad essere consapevolmente vissuta proprio attraverso un incontro con il Signore. In effetti, non si può dire di seguire Cristo se non lo si è incontrato. Scrive il Papa: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione definitiva» (DCE 1). Ma cosa vuol dire tutto questo? Se prendiamo alla lettera tale affermazione c’è da chiedersi quanti, tra le centinaia di milioni di uomini che si dicono cristiani, siano veramente tali. Questo spiegherebbe perché tanti (laici o consacrati) a sessanta e più anni devono ancora incominciare un serio cammino spirituale. Manca un autentico incontro con Cristo! Per essere cristiani bisogna avere una certa “esperienza” di Dio, incontrato in Cristo Gesù.