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"Che il Cristo abiti per la fede nei nostri cuori"

Rivista di Vita Spirituale 64 (2010/4-5:401-417)
Autore: Roberto Fornara

Editoriale

L’espressione di san Paolo nella lettera agli Efesini (3,17) si presta bene al nostro intento di approfondire l’esperienza spirituale della beata Elisabetta della Trinità (1880-1906), giovane laica e poi carmelitana, che ha fatto dell’interiorità e dell’inabitazione trinitaria il centro della propria vocazione e della propria missione. È possibile rileggere tutta la sua esperienza spirituale alla luce di Ef 3,17, sia perché si tratta di un testo molto caro alla giovane mistica francese, sia perché lei stessa – soprattutto negli ultimi periodi della sua esistenza – rilegge la propria vita e la ridice servendosi soprattutto delle espressioni del suo «caro san Paolo», maestro e guida nella vita dello Spirito (se dapprima Elisabetta legge l’epistolario paolino per nutrirsene nella vita di orazione,
negli ultimi periodi san Paolo le serve soprattutto per dire la propria esperienza). Dal brano della lettera agli Efesini l’editoriale attinge quattro punti fondamentali di riflessione sulla spiritualità trinitaria di Elisabetta; parte dalla centralità di Cristo nella sua
vita spirituale, per soffermarsi poi sulla metafora dell’«abitare» e sull’importanza della fede. Da ultimo, attinge dallo stesso v. 17 l’espressione «radicati e fondati nella carità», che tanto ha nutrito la carmelitana.