UN ALBERO ROVESCIATO
Tre volte fu avvistato.Negli ultimi mesi mi sono imbattuto in tre alberi rovesciati, di cui ora vi parlerò.
Il primo è quello di don Ferdinando di Uzeda, figlio della principessa Teresa, personaggio eccentrico del romanzo I Vicerè di Federico De Roberto, che nella sua tenuta della Pietra dell'Ovo, si dedica ad esperimenti agricoli infruttuosi. Commenta la Macchina Universale: "L'idea di piantare una pianta in questo modo è chiaramente surreale e serve a sottolineare l'assurdità e l'eccentricità delle sue pratiche, riflettendo anche il suo desiderio di sfidare le convenzioni e le tradizioni agricole del suo tempo".
Il secondo albero rovesciato è di poco successivo: possiamo con precisione datarlo al 31 maggio 1897. Compare infatti nella Poesia 52 di suor Teresa di Gesù Bambino, del monastero di carmelitane scalze di Lisieux. Il titolo promette meglio, rispetto agli esperimenti di don Ferdinando: L'abbandono è il frutto delizioso dell'amore.
Quaggiù in terra abbiamo
un Albero stupendo:
si radica — mistero! —
proprio lassù nel Cielo.
Alla sua ombra, niente
potrebbe mai ferire:
uno vi si riposa
senza temer tempeste.
Quest'Albero ineffabile
ha per nome « Amore »
e il suo gustoso frutto
si chiama « Abbandono ».
[...]
Questa poesia fu cantata da Pierre Eliane e, più recentemente, anche da Natasha St-Pier. Potrete trovare entrambi i canti sulle piattaforme musicali gratuite.
Il terzo albero, a quanto sembra non apparentato con i due precedenti, è molto più recente: compare nello stemma episcopale di monsignor Marco Busca, vescovo di Mantova dal 2 ottobre 2016. Eccone la spiegazione che ne dà il sito della diocesi lombarda (ma siamo certi che anche l'interpretazione di Teresa di Gesù Bambino gli sarà gradita):
"L’albero rovesciato è immagine della Chiesa che affonda le sue radici nel Regno e svolge in terra la sua missione di misericordia, invitando i piccoli e i peccatori ad entrare nel banchetto del Regno per le nozze di Dio con l’umanità. La Chiesa è nel mondo, ma non attinge la sua vita dal mondo: questo è il senso del capovolgimento della pianta. La Chiesa vive simultaneamente su due livelli: poiché è innestata sul Cristo risorto e riceve la linfa dello Spirito, pregusta già la vita definitiva del Regno; d’altra parte, siccome è inserita nel mondo, condivide le vicende degli uomini e dei popoli del suo tempo. È nel mondo il germe e l’inizio del Regno dei cieli, è il 'sacramento' che manifesta, nel chiaroscuro della storia, la novità di vita inaugurata con la risurrezione di Cristo. I battezzati sono già cittadini del Regno: risorti insieme a Cristo, siedono con Lui nei cieli (Ef 2,6). La Chiesa ha le sue radici nel Regno, dove tutto è già compiuto, e ha le sue manifestazioni nel presente. Infatti, il resto dell’albero – il tronco e il fogliame – si sviluppa inferiormente, verso il mondo, dove la Chiesa si protende nella missione di annunciare il Vangelo del Regno sino agli estremi confini della terra. Nella misura del suo radicamento nei Cieli, l’albero della Chiesa è fecondo nell’annuncio del Cristo, nella missione, nella fraternità, nella testimonianza della carità e della giustizia. Tutta l’umanità – e non solo i credenti – possono raccogliere dall’albero della Chiesa questi 'frutti gustosi', a cui alludono i due simboli posti a lato: il melograno e la civetta."
Il nostro volume Opere complete contiene tutte le Poesie di Teresa di Gesù Bambino.