La Mamma Celeste
Anno di stampa: 1986Tipo di copertina: plastificata lucida
Numero pagine: 160
Autore: Ignazio del Bambin Gesù
- Categoria:
Edizione: seconda
Con in Appendice, il Trattato dell'Amore e del culto verso la Regina del Cielo, del venerabile padre Giovanni di Gesù Maria.
Ogni dì, anima mia
canta lodi a Maria
INTRODUZIONE
Sapere e conoscere Te, o Maria, è radice d'immortalità; ed annunziare le tue virtù è via di salute (San Bonaventura).
Parlerò o tacerò?
Parlerò di Te, o Madre Santa, io uomo miserabile e serve tuo indegno e ingrato? E come le fiacche mie forze potranno degnamente lodarti, quando Tu sei inferiore solamente a Dio? «Altior coelo es, abysso profundior». «Io scopro in Te profondo un abisso d'amore ... ». Ma come potrò io tacere, Madre augusta di Gesù benedetto, al riflettere ai tuoi benefici, ai tuoi celesti favori verso di me, verso il mio caro Ordine del Carmelo?
«Ma non tremo, se guardo alla mia debolezza – Ti son figlia, o Madre, e il tuo tesoro è mio» (Santa Teresa di Gesù Bambino). Mai più avrei coraggio di scrivere, se prima non pensassi a Te, Vergine bella: «l'amore dunque caccia via il timore» e mi obbliga a cantare. Tu lo sai bene che il mio pensiero «principe» è stato sempre quello di vederti, conosciuta, amata, glorificata …
E come poi tacere davanti al dilagare di tanti errori? Come tacere, dico, in questi tempi in cui gli atei, i materialisti, i cattivi cristiani, stanno scrivendo a caratteri neri, il nuovo credo dell'aperta ribellione contro Dio, contro tutto ciò che è bello, buono, nobile, santo? Nulla viene risparmiato dal furore di tanti anime traviate … Anche i Santuari vengono profanati; chiese, altari, ornamenti, vasi sacri, immagini della nostra buona Mamma, Cui noi consacriamo la nostra esistenza, tutto viene profanato, con l'intento di strappare Gesù dalle anime, di togliere loro la benefica protezione di Maria! La Spagna stessa, che deve a Maria singolarmente la sua salvezza, anche nell'ultima guerra mondiale, es i onore di essere a preferenza il Regno di Maria, divento teatro di crudeltà. Al mirare tanta strage di anime innocenti, non si può far altro che invitare, sollecitare e spingere «le anime di buona volontà» a pregare, a immolarsi, a rifugiarsi fiduciose all'ombra dell'Immacolata Regina della Pace, affinché conservi Gesù nei cuori dei fedeli e Lo faccia conosce ai nostri fratelli, «ut omnes unum sint» (Gv 17,21).
Vani sempre saranno i conati dei nemici della Chiesa: Maria è Madre e deve avere dei figlioli, Maria è Regina, deve dunque regnare nei cuori. «Viaggianti in nome di Gesù, - Sotto il manto di Maria, - non temeremo nulla. Né il mare, né i venti, né le procelle noi paventeremo; la nostra Fede che ci obbliga a fidarci di Dio, ci renderà forti fino alla morte» (Viaggi della M. F. Saverio Cabrini).
«È veramente deplorevole la condizione di coloro i quali, o per inganno diabolico, o per pregiudizio, credono di poter fare a meno dell'aiuto della Vergine … Chi è che non veda non esservi cammino più sicuro e spedito, fuor di Maria, per unire tutti a Cristo ed ottenere per mezzo di Lui la perfetta adozione dei figli, sì che siamo santi ed immacolati al cospetto di Dio?» (Enciclica Ad diem illum).
Questi due dolcissimi amori, questi due soavissimi oggetti, Gesù e Maria, sono tra loro strettamente uniti e assolutamente inseparabili; è impossibile amare Gesù senza amare anche la Madre del bell'amore, e viceversa; giacché «Iddio avrebbe potuto darci in altro modo, che per mezzo della Vergine, il suo Unigenito Figlio, il Salvatore dell'uman genere e l'Istitutore della fede, Ma nella imperscrutabile sapienza e amorosa Provvidenza volle che noi avessimo l'Uomo-Dio per mezzo di Maria, natus de Maria Virgine, la quale fecondata dallo Spirito Santo, lo portò nel suo seno; e quindi non ci resta altro se non di ricevere Cristo dalle mani di Maria … È affatto necessario che la Santissima Madre di Lui (Gesù) sia riconosciuta partecipe e quasi custode dei misteri divini, sopra la quale, come su fondamento, il più nobile dopo Cristo, sorge l'edificio della fede di tutti i secoli» (Enciclica citata).
Ecco, dunque, perché la devozioni alla Madonna è un segreto inesauribile di santità, perfettamente conosciuto in tutti i Santi, benché on da tutto allo stesso modo praticato. «Spiritus ubi vult spirat» … come vuole, dove vuole, e quando vuole (Gv 3,2). «Dio Spirito Santo vuole formarsi degli eletti in Maria e per mezzo di Maria sua fedele e indissolubile Sposa … Per questo, di comune accordo con Lei, Egli produsse e produrrà nella Chiesa fino alla fine del mondo, le più grandi meraviglie di santità. Tutti e due daranno a Cristo-Capo, membri robusti, sani, vigorosi, splendenti di bellezza divina. Tutti e due offriranno al Padre figli ricchi di tutte le virtù … (Trattato V. D. nn. 19.36).
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La devozione verso Maria Santissima è nata con la Chiesa e dalla Chiesa, con l'Incarnazione del Verbo, anzi possiamo ripetere, con la Liturgia Cattolica, che la Vergine Santa è esistita nella mente di Dio, in modo singolare, «già prima che il mondo fosse»: «Ab initio et ante soecula creata sum», «Da principio e prima dei secoli io fui creata» (Sir 24,9).
Maria è stata la privilegiata da Dio e la benedetta tra tutte le creature, perché doveva essere la Madre di Dio e la calamita che avrebbe conquistato al Paradiso milioni e milioni di cuori.
Come fiore gentile, gelosamente custodito, la devozione mariana è venuta crescendo sempre più rigogliosamente, sviluppandosi e propagandosi a meraviglia in tutto il mondo, diventando un'arma e leva potente, un centro di sublime irradiazione e di specialissima attrazione che avvince a sé e santifica tutti coloro che Le si stringono attorno. Maria è stata e sarà sempre la Stella polare, che addita al mondo la sicura via del cielo, che scampa dai pericoli coloro che in Lei confidano; Ella è «Inclita come il solo – terribile come oste schierata in campo».
Ma bisogna pur confessare che una tale devozione non si è propagata allo stesso modo e allo stesso tempo presso tutte le nazioni e presso tutte le Famiglie religiose, «poiché rifulse in una parte più e meno altrove», e nella storia delle anime sempre noi incontriamo delle anime grandemente privilegiate.
Mai però, nemmeno per un istante, questa soave devozione è venuta meno sia tra il popolo che fra gli Ordini religiosi, dove è stata sempre fiorente, sempre occupando il posto d'onore, e producendo frutti inestimabili di santità e di sapere.
È necessario notare che mio intento non è di pubblicare col presente opuscolo un nuovo trattato di devozione mariana, poiché molti libri ne parlano diffusamente e con molta proprietà; ma vorrei semplicemente mettere in rilievo alcuni punti essenziali dell'ardente e costante devozione che il Carmelo ha sempre tributato alla sua Madre e Patrona Celeste.
Per ciò che riguarda la storia particolare, ci sia lecito affermare che il «Giardino del Carmelo» è nato da Maria e con Maria, esso fu sempre la privilegiata oasi mariana: ai suoi fiori non mancano rose né gigli, sbocciati all'ombra della Madre Immacolata.
Stralciamo a tal proposito, con la dovuta licenza, una bella pagina della nota Rivista mariana: Regina dei cuori.
«I Santi degli ultimi tempi hanno approfondito certi aspetti della mariologia tradizionale, hanno legittimato, organizzato e propagato quel culto che l'umanità intera sempre ha reso e renderà alla Regina Universale, alla Madre di Dio: «Beatam me dicent omnes generationes». «Tutte le generazioni mi chiameranno Beata» (Lc 1,48).
«Prima che si propagasse, per esempio, la dottrina berulliana (verso il 1640) fuori dell'Oratorio, già i contemplativi Carmelitani vivevano questa dottrina nel silenzio dei loro chiostri» … Basta citare san Cirillo Alessandrino, sant'Andrea Corsini, sant'Alberto, sant'Angelo Martire, san Simone Stock, san Pier-Tommaso, il santo padre Giovanni della Croce, la santa madre Teresa, il venerabile padre Giovanni di Gesù Maria, il venerabile Pietro della Madre di Dio, ecc.
Prescindendo però dai Carmelitani, i quali fin dalla culla hanno succhiato tutta la dolcezza della materna devozione mariana, risaliamo con la mente al Medioevo in cui già si trova l'idea primiera della vita soprannaturale dell'anima in Maria, quale la praticavano Berulle, Olier e discepoli.
Nel secolo decimoquinto il noto scrittore di ascetica, Tommaso da Kempis, così lo raccomandava ai suoi confratelli novizi: quando dovete compire qualche lavoro o atto comune, prima levata gli occhi al cielo, e invocate in modo speciale Gesù e Maria, e supplichevoli raccomandatevi alla loro perpetua custodia … affinché le vostre azioni siano grate a Dio, utili al prossimo e per voi salutari … Servite la gran Madre di Dio, che vi mostra esempi di santa vita. Volete fare ciò che piace alla Beata Vergine? Siate umili, pazienti, sobri, casti, verecondi, fervidi, mansueti, raccolti, devoti. Leggete, scrivete, e più spesso pregate. Il servizio di Maria non vi deve sembrare né lungo né pesante; è dilettevole e giocondo servire una tal Signora col cuore e con la voce». E altrove: «Jesus et Maria sint semper mecum in via». «Cum Maria in cella manete, cum Maria tecete, cum Maria gaudete, cum Maria dolete, cum Maria laborate, cum Maria vigliata, cum Mara orate, cum Maria ambulate, sedete, Jesum quaerite, cum Maria Jesum in ulnis portate, cum Maria et Jesu in Nazareth habitate, cum Maria et Jesu vivete e mori desiderate ...». (cfr. Sermones ad Novitios, pp. 22-3 et alibi).
Possiamo giustamente ripetere quel che il grande Pontefici Leone XIII diceva nel 1891: «Un impulso prepotente, soave che non può derivare da altro se non da fede sovrumana, ci trae e ci spinge a Maria, né vi ha cosa più cara e più desiderabile per noi che il ripararci all'ombra del suo Patrocinio, ponendo nelle sue mani pensieri ed azioni, innocenza e pentimento, angosce e gaudi, preghiere e voti, tutte insomma le nostre cose, con piena fiducia che quello che sarebbe meno insegno di essere presentato a Dio medesimo offerto dalle mani della Sua Santissima Madre». (Enciclica Octobri mense).
È perciò necessario, indispensabile che questa buona Mamma sia più conosciuta, onorata e amata; è necessario che il popolo cristiano, che le anime tutte desiderose di conseguire l'eterna salvezza, ma particolarmente quelle che aspirano alla perfezione, conoscano a fondo la vita e la virtù di Maria, per fedelmente imitarla in tutto, specialmente nella sua intima unione con Gesù; è necessario conoscere e vivere la vita mariana in tutta la sua estensione; è necessario praticare e onorare con i buoni costumi il nome glorioso e onorifico che portiamo impresso in noi di figli di Maria …
Non per nulla Gesù ce l'ha data per Madre. È vero che il Signore l'ha fatto grande, immensamente grande e santa, perché doveva essere la Madre sua immacolata, ma anche perché doveva servire di Modello a tutti coloro che son chiamati Cristiani.