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Fondazioni

Anno di stampa: 2022
Numero pagine: 468
Autore: Teresa di Gesù
Curatrici: Cristina Migliorisi, Maria Luisa Pagani
Traduttore: Massimo Fiorucci

ISBN edizione cartacea: 978-88-7229-964-7
ISBN edizione digitale (ePub): 978-88-7229-990-6

“Vieni e vedi”. Il modo migliore per trasmettere un’esperienza è condividerla. Ecco perché Fondazioni è un libro importante. Teresa di Gesù ci fa partecipi dei suoi viaggi ma soprattutto delle sue trepidazioni, dei suoi processi decisionali, del suo modo di reagire davanti alle difficoltà e agli imprevisti, dei criteri che adotta per modificare e adattare il suo ideale alle diverse circostanze, mantenendo saldo l’essenziale della sua esperienza: una qualità nuova di relazione verso Dio e verso ogni prossimo che incrocia sulla sua strada.

Teresa di Gesù ci racconta tutta la generatività della sua esperienza: diciassette comunità femminili, due comunità maschili e una lunga schiera di donne e di uomini che a volte restano da lei affascinati e conquistati e altre volte le si oppongono fino quasi a vessarla.
Tra le fonti consultate per la traduzione, di particolare rilievo sono: la copia fotostatica del manoscritto e la recente traduzione tedesca Teresa von Ávila, Werke und Briefe Gesamtausgabe, U. Dobhan – E. Peeters (edd.), 2 voll., Herder, Freiburg 2015.

Con la consueta franchezza e vivacità, l’autrice provoca ogni tipo di lettore a confrontarsi con i suoi orizzonti di libertà e di senso.


«Verrà giorno che sarà molto gustato»


Scriveva padre Egidio di Gesù: Il racconto di Teresa nelle Fondazioni è semplice, animato, facile e grazioso, intramezzato da saggi consigli sull’obbedienza, sulla melanconia, sulla condotta da tenersi dalla priora, e altre cose del genere. Si indugia con compiacenza su alcuni fatti edificanti che occorsero nei monasteri, e talvolta la sua narrazione è pervasa da una tinta di leggera ironia e buon umore che ci fan meglio comprendere la serenità e la piacevolezza del suo spirito, a cui i «santi incappottati» non garbavano affatto. «La Santa vi si ritrae al naturale (Storia di S. Teresa ricavata dai Bollandisti, vers. ital. del 1909, p. 46 in nota)col suo carattere amabile e giocondo. I motti di spirito sotto la sua penna si moltiplicano, spontaneamente, senza sforzo e senza la minima preoccupazione di provocare un sorriso o una approvazione... dice le cose come si presentano alla sua ingenua e gioconda fantasia. La narrazione è rapida e concisa, intramezzata da descrizioni curiose, schizzate con pochi tratti di penna. Chi non ha sorriso della casa rovinata di Medina; dell’indigenza di Toledo; della paura della sua compagna durante la notte dei morti a Salamanca; delle orazioni latine delle devote figlie di Villanueva; della previdenza dei monaci di Duruelo che non avevano letto, ma possedevano cinque orologi a sabbia?...». Sotto il lato storico, insomma, il libro delle Fondazioni è il più interessante di tutta la produzione teresiana, come pure è indubbiamente il più perfetto sotto quello letterario. La Santa non si è certo ingannata quando, scrivendone al licenziato Aguiar, disse: «Verrà giorno che sarà molto gustato».

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